La scuola (come la vita in generale) per essere affrontata con successo richiede che i bambini siano in grado di concentrarsi, vale a dire riuscire a focalizzare (e mantenere) l’attenzione durante l’esecuzione di un determinato compito.

Ma cosa possiamo fare?

Come aiutare mia figlia a migliorare la capacità di concentrazione?

Sono frequenti le domande come queste che i genitori rivolgono all’équipe del Centro APIS di Monterotondo.

Ecco allora alcuni consigli dell’insegnante tedesca Uta Stuecke, autrice del libro “Allenare la concentrazione” edito dalla Erickson, con idee da mettere in pratica per migliorare la concentrazione dei bambini ottenendo migliori risultati scolastici (e non solo).

  1. L’ambiente di studio deve essere sufficientemente ossigenato e lontano da fonti di distrazioni esterne (es. smartphone, tv, etc.). I fattori ambientali sono una condizione determinante nel facilitare od ostacolare la concentrazione.
  2. Il riposo notturno deve essere sufficiente, ciascun bambino, rispetto alla propria età, deve aver riposato un numero di ore sufficiente a garantire che durante il giorno non accusi stanchezza e affaticamento.
  3. Tante ricerche hanno sancito che fare piccole interruzioni durante lo studio serve a rendere lo studio stesso più proficuo, migliorando quindi l’apprendimento. Un bambino è in grado di concentrarsi bene solo quando ha la possibilità di staccare e riposarsi, perciò è importante prevedere brevi pause di 2-5 minuti almeno ogni 10-15 minuti di studio. I bambini che alternano in modo regolare momenti di lavoro e momenti di pausa imparano in modo più efficace.
  4. è preferibile studiare la mattina o il pomeriggio, evitando di dedicarsi allo studio subito dopo aver mangiato, perché il corpo è impegnato nella digestione e la stanchezza che ne deriva compromette la capacità di concentrazione. Ogni persona dovrebbe trovare poi il suo “momento” migliore, partendo dalla considerazione che ogni bambino è un universo a sé.
  5. Quando un bambino si scontra quotidianamente con insuccessi scolastici il rischio che incorra in un calo motivazionale è altissimo. Il bambino non si sente più in grado di fare nulla, rischiando di sviluppare una vera e propria fobia scolastica, entrando in un circolo vizioso caratterizzato dalle seguenti affermazioni : “non riesco“, “non studio“, “vado male a scuola“… Per rompere questo circolo vizioso è necessario che il genitore si impegni giorno per giorno ad allenarlo alla concentrazione.
  6. Lodare e incoraggiare. Quando un bambino riesce a concentrarsi per il tempo stabilito e riesce a raggiungere un obiettivo scolastico, va lodato dal genitore e incoraggiato nell’ambito in cui si dimostra più abile.
  7. Allenare la concentrazione. Un bambino fa fatica a concentrarsi se non è mai stato abituato a farlo. L’allenamento alla concentrazione deve essere visto dai genitori come un “allenamento sportivo”. Ogni giorno bisogna abituare il bambino a concentrarsi 10 minuti di seguito.
  8. Chiedere il giusto. Se si chiede troppo poco si rischia che il bambino non si impegnerà a sufficienza, ma se si chiede troppo, potrebbe perdere subito ogni motivazione e non riuscire a risvegliare il proprio interesse per gli esercizi.

Questi alcuni spunti da mettere in pratica da subito ?!

Se poi volessi approfondire e trovare altre strategie per il miglioramento della concentrazione di tuo/a figlio e figlia, ricordati che il lavoro di équipe del nostro centro ti permette di contare su professionisti differenti, come logopedisti, psicologi, neuropsichiatri e altre figure specialistiche che ritaglieranno un percorso su misura per tuo figlio in base alla difficoltà che presenta; non esiste infatti  un abito che vesta uguale per tutti, ma bisogna personalizzarlo. 

Contattaci per un primo colloquio gratuito e senza impegno!

Ti aspettiamo a Monterotondo (RM) in Via San Martino, 21.

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dott. Federico Piccirilli

Psicologo, Psicoterapeuta

Direttore del Centro APIS – Servizi di Riabilitazione dell’età Evolutiva Monterotondo

Bibliografia

Uta Stucke, Allenare la concentrazione, Erickson, 2014.

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