Parlando di autostima ci si riferisce allo stato, che riguarda mente e corpo, in cui la persona vive la sfida che ha scelto con entusiasmo e serenità, sicura di avere risorse, strumenti, capacità e, di conseguenza, comportamenti adeguati al raggiungimento del proprio successo.

In altre parole l’autostima corrisponde al valore che ciascuno di noi attribuisce a se stesso e alla fiducia che ripone nelle proprie competenze.

L’autostima riveste un ruolo importante nella vita di ciascuna persona, ruolo che assume ancora più peso durante il periodo dell’adolescenza, offrendo al giovane la “forza” di fronteggiare le sfide della vita riuscendo a costruirsi un immagine di sé positiva.

L’autostima in adolescenza è il risultato di quanto seminato nei nostri figli e nelle nostre figlie sin da piccini. Giochiamo come adulti un grande ruolo nel definire (plasmare e modellare) i nostri giovani ed il loro livello di autostima.

Le parole dei grandi, ma anche i comportamenti e giudizi, incidono in maniera prepotente sui bambini prima e ragazzi poi, condizionandoli in un verso o in un altro e quindi garantendo lo sviluppo (o meno) di una sana autostima.

Maggiore sarà la sicurezza dei nostri giovani minore sarà il rischio di omologazione sociale.

Ma quali possono essere gli indicatori di una bassa autostima?

I segnali possono essere molteplici, vediamone qualcuno:

  1. Appare estremamente timido o spavaldo (due facce della stessa medaglia).
  2. Ogni critica è percepita come un attacco personale.
  3. Si isola e tende spesso a restare in disparte.
  4. Ha reazioni emotive eccessive di fronte alla frustrazione.
  5. Ha continua necessità di approvazione.
  6. Si svaluta.
  7. Ha un pessimismo quasi leopardiano.

Come aiutarli?

  1. Non paragonate vostro figlio ad altri. Ogni persona è UNICA.
  2. Accogliete il vissuto sempre e comunque. Ogni età (l’adolescenza in particolare) è caratterizzata dalla considerazione che il problema vissuto è IL PROBLEMA, quindi ascolto senza giudizio.
  3. Ascolto attivo: siate curiosi, realmente interessati e fate domande!
  4. Puntate alle risorse piuttosto che ai limiti. Aiutatelo a tirare fuori risorse e potenzialità, invitatelo a giocare la “partita della vita”.
  5. Lasciatelo sperimentare (e anche sbagliare).
  6. Favorite la sua autonomia, date feedback positivi ma non esagerate creando troppe pressioni.
  7. Date credito alle sue opinioni e coinvolgetelo nel ménage familiare.

Se vuoi approfondire la nostra conoscenza o comprendere insieme come comprendere la situazione che tuo figlio o tua figlia stiano vivendochiamaci.

Ricordati che il lavoro di équipe del nostro centro ti permette di contare su professionisti differenti, come logopedistipsicologineuropsichiatri, terapisti della neuro psicomotricitàterapisti occupazionali e altre figure specialistiche che pianificheranno un percorso su misura per tuo figlio; non esiste infatti  un abito che vesta uguale per tutti, ma bisogna personalizzarlo. 

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Ti aspettiamo a Monterotondo (RM) in Via San Martino, 21.

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dott. Federico Piccirilli

Psicologo, Psicoterapeuta

Direttore del Centro APIS – Servizi di Riabilitazione per l’Età Evolutiva Monterotondo