Voglia o idea stravagante o bizzarra, perseguita, sia pure non a lungo, con ostinazione o cocciutaggine (…)” questa la definizione che troverete nel dizionario cercando la parola “capriccio”.

Ma cosa succede e perché succedono?

Il capriccio rappresenta un conflitto che nasce all’interno della relazione genitore-figlio. Tutto scaturisce da un’incomprensione di base che vede da un lato il genitore e il suo essere razionale, che si focalizza sul capriccio non andando oltre il bisogno esplicito, dall’altra il bambino, che esprime qualcosa, da capire quanto insensato, se insensato sia poi realmente, con modalità intense e comportamenti estremi.

In questa relazione è molto probabile che si crei un malinteso ed il genitore non riesca a dare risposte adeguate al bambino.

Obiettivo genitoriale è riuscire a far comprendere al bambino che esistono modalità comunicative diverse per esprimere i propri bisogni.

Rimane il fatto che il capriccio, seppur con modalità non sempre adeguate, è un modo di comunicare qualcosa, sta all’adulto riuscire a trovare il modo di decifrare il bisogno sotteso a questa comunicazione.

Ma esistono dei modi per riuscire a bloccare il capriccio?

Come è noto se c’è un problema ci sarà anche una soluzione, allora vediamo alcune strategie utili.

Quanto suggerito dovrebbe prendere il posto delle due reazioni genitoriali che frequentemente prendono il sopravvento davanti ai capricci:

1) arrabbiarsi

2) accontentare ill bambino.

Queste due reazioni dovrebbero lasciare spazio a mosse più strategiche capaci di produrre benefici da subito ed in breve tempo.

a) Pratichiamo la congiura del silenzio, già descritta nel nostro blog, quindi ignoriamo le urla e le lamentele, rimandando cosi il fatto che la soluzione comunicativa adottata (il capriccio appunto) non è una buona soluzione per attirare l’attenzione.

b) Il Time Out: un break comandato con tono autorevole in cui si invita alla calma e a fermarsi, queste raccomandazioni vanno date sempre guardando il bambino negli occhi quindi abbasandoci e mettendoci sempre alla sua altezza. Dopo qualche minuto di silenzio (e congiura del silenzio) possiamo tornare verso il bambino parlando e confermando il nostro essere presenti e disponibili.

c) Non dire bugie con lo scopo di farlo tranquillizzare o fare promesse che non saremmo in grado di mantenere.

d) Assoluta coerenza tra pensieri, parole e azioni. Se ad esempio entrando in un negozio si fa il patto che si potrà acquistare solo 1 gioco e che se si faranno capricci si tornerà a casa senza nemmeno quello, ogni genitore deve avere il coraggio, la forza e autorevolezza di procedere come pattuito. Solo agendo con coerenza faremo il bene del bambino, favorendo processi di crescita armonica e migliorando la sua autonomia.

Il lavoro di équipe del nostro centro ti permette di contare su professionisti differenti, come logopedisti, psicologi, neuropsichiatri e altre figure specialistiche che ritaglieranno un percorso su misura per tuo figlio in base alla difficoltà che presenta; non esiste infatti  un abito che vesta uguale per tutti, ma bisogna personalizzarlo. 

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dott. Federico Piccirilli

Psicologo, Psicoterapeuta

Direttore del Centro APIS – Servizi di Riabilitazione dell’età Evolutiva Monterotondo

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