Gli ultimi anni hanno visto un’esplosione di diagnosi di disturbi specifici dell’apprendimento,

già ne abbiamo parlato in altri articoli di questo blog.

Secondo il rapporto 2020 del Ministero dell’Istruzione, si è assistito nell’anno scolastico 2018/2019 ad un aumento delle certificazioni di disgrafia, e più in generale di DSA.

I disturbi di dislessia, pari al 39,6% del totale, sono i più diagnosticati, seguiti dalla disortografia con il 21,5%, dai disturbi di discalculia e di disgrafia, rispettivamente con il 20,3% e il 18,6% del totale. Gli alunni disgrafici sono infatti pari all’1,2% del totale dei frequentanti nella scuola primaria, all’1,8% nella scuola secondaria di I grado e all’1,4% nella scuola secondaria di II grado.

Il MIUR, oltre a trasmettere dati sugli alunni a cui è stato già diagnosticato un DSA, ha rilevato anche una crescita rilevante di alunni che presentano un probabile disturbo ma non possono essere considerati ancora come certificati DSA.

Oggi voglio condividere con voi un pò di più sulla Disgrafia.

Scrivere in modo illeggibile, avere un’impugnatura scorretta della penna, gestire le lettere (distanza e dimensioni) in modo poco chiaro, tutto questo rientra nella sfera della Disgrafia, che comprende il tratto grafico e diversi deficit di tipo motorio.

Ma cos’è di preciso la Disgrafia?

La disgrafia riguarda la scrittura di parole e numeri con l’utilizzo della grafia che risulta essere compromessa in modo lieve, moderato o grave.

In ragione di ciò la scrittura del bambino può risultare difficilmente leggibile oltre ad essere spesso disordinata.

é un disturbo non verbale che, a differenza della Disortografia, riguarda processi di realizzazione grafica non coinvolgendo la componente linguistica.

La disgrafia interessa molte abilità che pregiudicano il tratto grafico.

Non si sta quindi parlando di un bambino disordinato nello scrivere.

Altri ostacoli e difficoltà presenti riguardano l’organizzazione del materiale scolastico e l’autonomia nel fare i compiti.

Attenzione a non generalizzare, una brutta grafia non è sinonimo di disgrafia.

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dott. Federico Piccirilli

Psicologo, Psicoterapeuta

Direttore del Centro APIS – Servizi di Riabilitazione per l’Età Evolutiva Monterotondo