Molte volte, purtroppo, prima del bambino o del ragazzo al nostro centro entra un’etichetta diagnostica: dsa, bes, adhd e tante altre sigle…

In realtà una delle prime cose che ci piace sapere è il nome del bambino, perché d’altronde il nostro motto è “One size does not fit all”, ovvero “non può esserci una stessa misura per tutti”.

Dell’etichetta possiamo farcene poco, delle risorse del bambino, invece possiamo farcene molto.

Ultimamente c’è un’etichetta particolarmente diffusa, così diffusa da divenire un vero e proprio stigma: i disturbi del comportamento dirompente.

All’interno di questa categoria il DSM – 5 descrive diversi disturbi, ma i celeberrimi sono:

  • Disturbo Oppositivo – Provocatorio;
  • Disturbo Esplosivo Intermittente;
  • Disturbo della Condotta.

Solitamente le matrici comuni ad essi sono le espressioni verbali o fisiche, caratterizzate da un estremo discontrollo: sono degli “sfoghi” verbali o comportamentali, di solito carichi di rabbia, caratterizzati da un’intensità, una frequenza e una durata che appaiono inappropriate rispetto alla situazione.

Quindi il comune denominatore è un’emozione molto conosciuta: la rabbia. Chi non l’ha mai sperimentata? Non c’è nessuno che non si arrabbia mai. La rabbia è una emozione primitiva, osservabile anche nei bambini molto piccoli e nelle specie animali diverse dall’uomo. Tutti, quindi, ci arrabbiamo: essa è un’emozione naturale e sana, funzionale per la sopravvivenza stessa.

Ma allora dove sta il problema? Quello che può variare in ognuno di noi è la modalità con cui gestiamo ed esprimiamo il sentimento della rabbia, a volte ciò che non si riesce a fare è controllare le reazioni più impulsive ed istintive.

Per i bambini diventa fondamentale il ruolo dei genitori, i quali devono insegnare loro come riconoscerla ed esprimerla nella maniera più funzionale. Per questo potrebbero essere utili questi 3 suggerimenti:

  1. E’ opportuno incoraggiare i bambini a sentirsi liberi di vivere ogni emozione, insegnandoli a prestare, però, attenzione al modo in cui esse vengono manifestate.
  2. Può aiutare dare un nome a questa rabbia, in maniera tale da riconoscerla, ma una cosa ancora più importante è quella di dare alla rabbia uno spazio contenuto in cui potrà essere lasciata libera di esprimersi.
  3. E’ importante ricordare che il fuoco della rabbia non si spegne gettandovi sopra benzina, pertanto l’uso di punizioni e rimproveri può risultare controproducente, al contrario, invece, delle lodi, da utilizzare nei momenti in cui ci saranno dei miglioramenti circa la gestione della rabbia.

In conclusione, è bene ricordare che il modo migliore per insegnare ai propri figli a gestire le proprie emozioni è sicuramente quello di mostrare il buon esempio. I bambini assorbono come delle spugne i comportamenti degli adulti e li imitano costantemente.

Perciò un genitore capace di gestire le proprie emozioni, controllandole in modo costruttivo, sarà da esempio per i propri figli, che impareranno presto, con successo, a fare altrettanto.

Se vuoi approfondire la nostra conoscenza o comprendere insieme come comprendere la situazione di tuo figlio, chiamaci.

Ricordati che il lavoro di équipe del nostro centro ti permette di contare su professionisti differenti, come logopedisti, psicologi, neuropsichiatri, terapisti della neuro psicomotricità, terapisti occupazionali e altre figure specialistiche che pianificheranno un percorso su misura per tuo figlio; non esiste infatti  un abito che vesta uguale per tutti, ma bisogna personalizzarlo. 

Contattaci per un primo colloquio gratuito e senza impegno!

Ti aspettiamo a Monterotondo (RM) in Via San Martino, 21.

Telefono 0687602258

Email info@centroapis.it

dott. Federico Piccirilli
Psicologo, Psicoterapeuta