Ma cos’è l’ansia??

L’ansia, questa conosciuta, svolge un ruolo di assoluto rilievo, agendo in un’ottica preventiva. Infatti ci prepara ad essere pronti e tempestivi nelle nostre reazioni, evitando le minacce o i possibili pericoli che potrebbero concretizzarsi mettendo a rischio la nostra vita, ma anche la nostra immagine sociale o le relazioni che abbiamo con gli altri.

Può quindi sicuramente operare in termini positivi, aumentando la nostra prontezza, attenzione e vigilanza, aiutandoci a mobilitare e mettere in gioco tutte le risorse possibili per fronteggiare al meglio una determinata prova o situazione.

Ma che succede se l’ansia supera una certa soglia?

Si rischia di passare da una situazione di maggiore reattività ad una di assoluta paralisi.

Se va oltre la normale attivazione, necessaria per rendere al meglio in alcune situazioni, il rendimento scende in maniere considerevole, l’ansia può interferire con l’attenzione, la concentrazione e la memoria.

L’ansia può accompagnarci in diverse fasi della vita.

Durante la fase adolescenziale, sicuramente esistono alcuni temi che evocano con maggiore vigore sensazioni d’ansia.

I principali temi riguardano la rappresentazione di sé nelle diverse situazioni sociali, la paura della morte e le preoccupazioni connesse con la prestazione scolastica oppure sportiva.

I disturbi d’ansia rappresentano la patologia psichiatrica più comune in età evolutiva (MeriKangas et al., 2010; Kessler, Avenevoli, Costello, 2012) e si stima che un terzo degli adolescenti soddisferà i criteri per un disturbo d’ansia all’età di 18 anni (MeriKangas et al., 2010). 

DSM 5 identifica le seguenti categorie diagnostiche per i disturbi d’ansia:

  • Disturbo d’ansia di separazione
  • Mutismo selettivo
  • Fobia specifica
  • Disturbo d’ansia sociale (fobia sociale)
  • Disturbo di panico
  • Specificatore dell’attacco di panico
  • Agorafobia
  • Disturbo d’ansia generalizzata
  • Disturbo d’ansia indotto da sostanze/farmaci
  • Disturbo d’ansia dovuto a un’altra condizione medica
  • Disturbo d’ansia con altra specificazione
  • Disturbo d’ansia senza specificazione

Tra i suggerimenti per aiutare l’adolescente a gestire l’ansia, è senz’altro utile che il genitore:

  1. accolga le preoccupazioni del figlio, focalizzandosi sull’ascoltare, che a differenza del sentire, richiede la capacità di mettersi nei panni dell’altro. Questo atteggiamento aiuterà il minore a sentirsi non giudicato ma compreso e accettato.
  2. Aiutare il figlio a comprendere che l’evitamento è un comportamento tipico, che pur messo in atto come soluzione del problema spesso diventa una componente che lo alimenta e mantiene,
  3. Far presente al giovane che tutti provano ansia ogni tanto, ma che non è questa necessariamente un’etichetta perenne e continua, che inoltre parlare è sicuramente positivo ma parlarne sempre e in continuazione dell’ansia, come detto con l’evitamento, potrebbe alimentare il problema piuttosto che risolverlo.

Il lavoro di équipe del nostro centro ti permette di contare su professionisti differenti, come logopedisti, psicologi, neuropsichiatri e altre figure specialistiche che ritaglieranno un percorso su misura per tuo figlio in base alla difficoltà che presenta; non esiste infatti  un abito che vesta uguale per tutti, ma bisogna personalizzarlo. 

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dott. Federico Piccirilli

Psicologo, Psicoterapeuta

Direttore del Centro APIS – Servizi di Riabilitazione dell’età Evolutiva Monterotondo

Bibliografia

DSM-5. Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. Raffaello Cortina Editore, Milano 2014

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